Nadia Lippa, responsabile di Amici Onlus – Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino – Sezione di Verona ha scritto una lettera al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia per richiamare l’attenzione sulle esigenze dei malati cronici.
Appello al quale si è unito il dottor Andrea Geccherle, responsabile del Centro Malattie Retto-Intestinali dell’Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar e presidente della sezione di Verona e Negrar della Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati Onlus.
Sono infatti decine di migliaia di donne e uomini di ogni età affetti da malattie croniche come Morbo di Crohn, Rettocolite Ulcerosa, malattie reumatiche, asma, Parkinson, diabete, Alzheimer e altre ancora che soffrono di enormi disagi dovuti alle criticità in ambito medico causate dalla pandemia.
È emergenza sanitaria non solo per il Covid, ma anche per molte donne e uomini, giovani e meno giovani, con altre patologie croniche gravi che non vengono seguite e curate a causa del virus e che scivolano verso situazioni sempre più precarie.
Sono decine di migliaia i Veneti che soffrono di patologie croniche – come le malattie infiammatorie dell’intestino (Crohn, rettocolite ulcerosa), quelle reumatiche, il Parkinson, l’Alzheimer, il diabete, le varie forme asmatiche – e che necessitano di assistenza medica e infermieristica continua e costante come gli stomizzati e gli incontinenti così come i pazienti oncologici.
COVID-19: in veneto i malati cronici si sentono abbandonati. Senza screening e assistenza rischiano di diventare un’emergenza nell’emergenza.

La presidente della sezione di Verona di Amici Onlus, l’associazione Malati di Malattie Infiammatorie Croniche delll’intestino, Nadia Lippa ha scritto una lettera al presidente della Regione Luca Zaia per sollecitare attenzione e interventi che ormai, dopo oltre un anno di pandemia da Covid-19, sono diventati urgenti per questi cittadini.
Queste sono malattie, scrive Lippa, “che se non seguite, come purtroppo sta avvenendo visto che il sistema sanitario è tutto impegnato nella lotta al virus, porteranno inevitabilmente e inesorabilmente ad aggravamenti anche letali, con grandi costi umani, sanitari ed economici nel volgere di pochi mesi”.
Gli screening periodici così come i contatti medico paziente sono praticamente bloccati o ridotti a rari casi.
“Si tratta di patologie che hanno bisogno di attenzioni e di supporto di medicina di base per evitare che degenerino e sfocino in situazioni chirurgiche, senza contare l’aspetto psicologico del sentirsi lasciati soli” – spiega il dottor Andrea Geccherle, responsabile del Centro Malattie Retto-Intestinali dell’Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar e presidente della sezione di Verona e Negrar della Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati Onlus.
“Con il virus bisognerà convivere ancora per vari mesi e in questo tempo non bisogna abbandonare questi malati – aggiunge. “Dobbiamo poter garantire un contatto via web o telefono, ma servono risorse e l’attivazione di piattaforme o applicazioni che ci aiutino in questo. La Regione, nel maggio dello scorso anno, ha approvato una delibera che apre la strada alla Telemedicina, ma siamo ancora indietro. Bisogna fare in fretta, prima possibile”

Il sentimento che ci pervade – rileva ancora Lippa nella lettera a Zaia – è quello di sentirsi abbandonati, e non solo dal sistema sanitario, ma anche da tutta la rete esterna alla sanità fatta principalmente di volontariato che per ovvie ragioni fa fatica a darci supporto.”
Il rischio concreto – sempre più concreto – è che la situazione di questi cittadini che sono in sofferenza diventi un’emergenza nell’emergenza.
“Sono donne e uomini – scrive Lippa al presidente della Regione – che non vanno abbandonati. È necessario individuare risorse umane, sanitarie e organizzative con le quali garantire livelli essenziali di assistenza e, sfruttando le opportunità dei sistemi digitali, sia possibile almeno tenere un contatto stabile medico-paziente. La telemedicina, che dovrebbe avere risorse importanti nel Recovery Fund, pe deve essere uno strumento da attivare per sopperire alle difficoltà.”
“Ma – conclude Lippa – bisogna intervenire con speditezza. Decine di migliaia di Veneti che sono in sofferenza attendono risposte che dopo un anno di pandemia sono diventate urgenti.”