La risonanza magnetica nelle M.I.C.I. risorsa importante per la diagnostica

Quali sono gli esami diagnostici, di monitoraggio clinico e terapeutico nel caso delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Rettocolite Ulcerosa e Malattia di Crohn)?

Tra le metodiche utili, sicure e non invasive nell’ambito delle M.I.C.I. c’è la risonanza magnetica.

Il dottor Mirko Di Ruscio, del Centro IBD Negrar, chiarisce  molti aspetti di questo esame che rappresenta un validissimo strumento di diagnosi in caso di pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali.

Perché eseguire la risonanza magnetica?

I pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI) necessitano, in fase di diagnosi e di follow-up, di monitorare lo stato di salute dell’intestino e dell’intera parete dell’intestino, potendo distinguere una patologia attiva da una cronica o in fase cicatriziale.

Come viene eseguita?

La RM consiste quindi nell’utilizzo di campi magnetici e impulsi di radiofrequenza. L’indagine viene eseguita con approccio non invasivo, ovvero senza ricorrere all’intubazione del viscere con sondino naso-gastrico, e senza radiazioni ionizzanti.

A cosa serve?

La risonanza magnetica all’addome, o entero-RM, è un esame estremamente preciso in grado di valutare nel dettaglio la conformazione dell’interno intestino, non solamente dall’interno come capita con la colonscopia.

Cos’è?

Si tratta di una normale risonanza magnetica condotta sull’intero addome che può avvalersi anche di un metodo di contrasto: al paziente viene cioè somministrato un farmaco per vena prima dell’inizio dell’esame.

Quali informazioni si ottengono con la RM?

Con una entero-RM è possibile apprezzare l’intero intestino, in particolare un’area anatomica non accessibile con altre indagini quali la gastroscopia (che studia lo stomaco e il duodeno) e la colonscopia (che studia solo il colon)ma anche le strutture che stanno attorno (la parete intestinale con i vari strati, la sua vascolarizzazione, i linfonodi e il mesentere); per questa ragione è particolarmente utile nella diagnosi e controllo della malattia di Crohn, che può coinvolgere anche l’intestino tenue con possibili complicanze quali restringimenti di tratti intestinali (stenosi), raccolte di liquidi fuori dall’intestino (ascessi) e fistole; queste ultime coinvolgono in genere la regione pelvica attorno all’ano, motivo per cui si preferisce effettuare una RM dell’addome inferiore e pelvi.

Come prepararsi alla risonanza magnetica?

Per ottenere una buona distensione delle anse intestinali (condizione necessaria per la buona riuscita dell’esame) è necessario, nei due giorni precedenti all’esame seguire una dieta priva di scorie (evitare cibi integrali, carne rossa, burro, frutta, cereali, prodotti con latte intero, legumi, ecc.) e fare una preparazione simile a quella per la colonscopia. Per la risonanza dovrà presentarsi con i risultati di specifici esami precedentemente prescritti, necessari a valutare la corretta funzionalità renale.

Il giorno dell’esame presentarsi un’ora prima dell’orario di prenotazione, a digiuno da 6 ore. Il digiuno NON comporta la sospensione di eventuali terapie in corso ed è consentita l’assunzione di acqua. Potranno essere somministrati farmaci antispastici per via endovenosa (ad esempio il Buscopan) durante l’esecuzione dell’esame per ridurre la motilità intestinale.

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