Quali sono gli esami diagnostici, di monitoraggio clinico e terapeutico nel caso delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Rettocolite Ulcerosa e Malattia di Crohn)?
Tra le metodiche utili, sicure e non invasive nell’ambito delle M.I.C.I. c’è l’ecografia.
Il dottor Mirko Di Ruscio, del Centro IBD Negrar, ci spiega meglio in cosa consiste questo esame proficuo sia in fase diagnostica, prima di eseguire una colonscopia, oppure per rivedere l’ansa intestinale affetta da patologia, prima e dopo, l’assunzione di un farmaco.
Perché eseguire l’ecografia?
Si tratta di una procedura non invasiva che permette di ottenere molte informazioni sullo stato della parete intestinale e quindi utilissima sotto molti punti di vista e, fatto non meno importante, non ricorre all’uso di radiazioni.
Consente di eseguire indagini accurate proprio nei tratti dell’intestino che sono interessati dalla infiammazioni croniche tipiche della Malattia di Crohn e della Rettocolite Ulcerosa.
L’ecografia è una metodica semplice, ripetibile, economica e non invasiva che consente di studiare la parte dell’intestino compreso tra lo stomaco ed il colon, con particolare attenzione alle anse intestinali e all’ileo terminale, ultima ansa del piccolo intestino, eventualmente interessata da malattia infiammatoria cronica.
Quando può essere eseguita?
Il suo ruolo, come l’endoscopia, può essere diagnostico, di monitoraggio clinico e terapeutico.
È un esame semplice e indolore che si avvale di una sonda di dimensioni ridotte che non va in profondità, ma offre una visione più superficiale e permette di vedere le pareti dell’intestino, consentendo di studiare gli ispessimenti della parete intestinale che possono verificarsi in seguito a infiammazione o a infezione come nelle gastroenteriti, ma anche ciò che sta accanto all’intestino, come linfonodi o liquido addominale, nonché la motilità.
Questo esame consente di seguire tutte le pareti del colon e vedere cosa è contenuto nel colon stesso, come gas o feci.
Come viene impiegata nella malattia di Crohn?
Nella malattia di Crohn può essere impiegata anche per valutare eventuali complicanze perianali, come le fistole, in questo caso si parla di ecografia trans-perianale.
L’esame dura in genere 15-20 minuti, a meno che non ci sia l’indicazione di somministrare al paziente due bicchieri di acqua miscelata con Macrogol, stesso principio della preparazione intestinale. Questo serve a distendere le anse intestinali e studiare con la sonda ecografica l’addome del paziente con passaggi ogni 20 minuti circa, finché il preparato non arriva al colon. In questo modo si visualizzano le anse intestinali ed in particolare l’ileo terminale.
Come prepararsi all’ecografia?
In genere è previsto un digiuno di almeno 3-6 ore antecedenti l’esame. Non è necessario sospendere alcun tipo di farmaco, che può essere assunto con un po’ d’acqua.
Occorre tuttavia ricordare che l’esame non sostituisce la colonscopia, unico esame diagnostico ed eventualmente terapeutico per lo studio del colon.
L’ecografia dell’addome con studio delle anse non è inoltre indicata nel caso si sospetti la presenza di polipi: se molto piccoli, non sono infatti visibili dallo strumento. In questo caso l‘esame indicato resta la colonscopia.
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