Vaccini e IBD: cosa fare e quando

La dottoressa Angela Variola dell’IBD Negrar chiarisce in modo puntuale, molti aspetti del rapporto tra vaccinazioni e terapie di trattamento e cura delle M.I.C.I. (Rettocolite Ulcerosa e Malattia di Crohn) Vaccini, farmaci biologici, influenze stagionali e pandemia. Temi delicati e di stretta attualità a cui rispondere in modo efficace e pronto. Un po’ di chiarezza per aiutare la corretta lettura della situazione.

Autunno, forme influenza, pandemia e vaccinazioni

Oggi parliamo di vaccinazioni un tema molto importante soprattutto in questo inizio di autunno e a causa del perdurare della pandemia in cui c’è una maggiore sensibilità al rischio infettivo che sta coinvolgendo tutta la collettività. Quando parliamo di vaccinazioni parliamo di una medicina preventiva, parliamo di strategie di prevenzione ed è importane superare alcune diffidenze e chiarire alcuni dubbi. È importante capire chi deve essere vaccinato, cosa la vaccinazione ci può offrire come protezione e quando consultare il medico di riferimento se si ha qualche debbio in merito.

Le tipologie di vaccini e le risposte immunitarie

Esistono due tipi di vaccini: ci sono i vaccini vivi attenuati o i vaccini uccisi inattivati. I due vaccini sono costruiti in maniera differenti, i vivi attenuati comprendono l’interno microrganismo privato della parte patogena mentre i vaccini uccisi inattivati contengono solo una parte, un frammento, una proteina del virus o del batterio della parte patogena che serve per evocare la risposta immunitaria dell’ospite. Questi due tipi di vaccini hanno un’interferenza diversa con il sistema immunitario dell’ospite e quindi mentre i vaccini inattivati possono essere eseguiti con serenità anche in corso di terapie immuno-modulatrici; lo stesso non si può dire per i vaccini vivi attenuati che vanno discussi sempre e comunque con il clinico perché in corso di terapie immuno-modulatrici con cortisone, biologici, immunosoppressori potrebbero evocare una reazione abnorme se non una quadro simil patologico.

Vaccinazioni e pazienti trattati con farmaci biologici

I pazienti in biologico rispondono alla vaccinazione in maniera efficace, in maniera soddisfacente, anche se le tempistiche che intercorrono tra l’assunzione del vaccino rispetto al momento dell’infusione del farmaco rimane una componente fondamentale da valutare. L’unico farmaco biologico che secondo una recente pubblicazione è in grado di mantenere un’adeguata risposta alla vaccinazione indipendentemente dalla distanza tra la somministrazione del farmaco è la vaccinazione è l’Ustekinumab che in un recentissimo paper pubblicato nella comunità scientifica si è dimostrato essere capace di indurre una risposta alla vaccinazione pari a quella della popolazione generale non affetta da IBD e non in terapia con immuno-modulatori.

Pazienti IBD e richiamo al vaccino

I pazienti affetti da Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali spesso non rientrano nel gruppo di pazienti richiamati dal medico di medicina generale per il programma di vaccinazione. Esso è, infatti, riservato a pazienti con un’età superiore ai 65 anni con note patologie respiratorie o patologie croniche che potrebbero portarli a situazioni di gravità per lo stato generale di salute in caso di contrazione dell’influenza stagionale. I pazienti affetti da IBD invece devono spesso rivolgersi al medico di medicina generale o al distretto di pertinenza per richiedere la vaccinazione; rientrando comunque in una categoria di pazienti con malattia cronica che spesso fa uso di farmaci che possono in qualche misura alterare le difese immunitarie. Invitiamo quindi i pazienti a sensibilizzarsi alla problematica vaccinale e a eseguire la vaccinazione stessa previo consulto con il proprio medico curante.

Efficacia dei vaccini e risposte immunitarie

Ogni paziente affetto da Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali deve essere ben conosciuto sotto l’aspetto del suo rapporto con le vaccinazioni fin dall’inizio del suo rapporto diagnostico prima ancora di avviare delle terapie specifiche che possano interferire con il sistema immunitario e in modo particolare per ciascun individuo noi dobbiamo sapere che vaccinazioni ha eseguito, che infezioni ha contratto negli anni precedenti della vita. Soprattutto va verificato lo stato vaccinale perché dobbiamo ricordare che non tutte le vaccinazioni sono efficaci e la risposta alla vaccinazione può essere testata con dei comuni esami del sangue.

IBD e vaccinazioni, consigliate quelle per contrastare il pneumococco

Una vaccinazione raccomandata nella stagione autunnale è quella per il pneumococco. Sopratutto per i pazienti con età superiore ai 65 anni e/o con una storia di pregresse infezioni respiratorie indipendentemente dall’età di base e pazienti con comorbidità respiratorie, oltre che soggetti a terapie immuno-modulatrici e immunosoppressive. Per pneumococco o Streptococcus pneumoniae, si intende un batterio capace di causare una polmonite di grado grave con necessità di ospedalizzazione. Tale vaccinazione è indicata come invito alla popolazione generale con età superiore ai 65 anni; non raggiunge come invito i pazienti con Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali quindi anche in questo caso sensibilità e iniziativa del singolo paziente, adeguatamente informato, a richiedere questo tipo di vaccinazione al proprio medico di riferimento di medicina generale o al proprio distretto di vaccinazione.

Terapie e vaccinazioni: passi da compiere e tempistiche

Prima di tutto rivolgersi al gastroenterologo di riferimento per confrontarsi sulla tempistiche delle vaccinazioni in merito ad un eventuale programma per scalare la terapia cortisonica e alla distanza dall’infusione o dall’iniezione laddove si trattasse di terapie biologiche e immuno-modulatrici. Non rinunciare mai ad eseguire la vaccinazione per paura di incorrere in effetti collaterali, sono molti di più i vantaggi della protezione dall’influenza stagionale e dall’eventuale infezione respiratoria da pneumococco piuttosto che la non esecuzione della vaccinazione stessa. Ovviamente invitiamo i pazienti a consultarsi con il curante o con il gastroenterologo di riferimento laddove vi fossero dei dubbi per sospette pregresse reazioni alla vaccinazione antinfluenzale, caso che può comunque avvenire ad esempio per un’allergia a qualche eccipiente o a qualche componente del vaccino stesso.

Terapie e vaccinazioni: effetti collaterali

I pazienti IBD si vedono spesso costretti a ricorrere per lunghi periodi o fasi della vita a farmaci che possono modulare il sistema immunitario, veri e propri immunosoppressori o immuno-modulatori gruppo nel quale annoveriamo anche i farmaci biologici. Come possono interferire queste terapie con il rischio infettivo? Noi sappiamo che in misura diversa e, da precisare, in forma differente da categoria di farmaco a categoria di farmaco, tutti questi immuno -modulatori possono in qualche modo aumentare il rischio infettivologico del paziente e in questo senso rappresentano un potenziale rischio indipendentemente dall’età. Rischio che viene aumentato poi laddove ci siano delle coesistenti patologie di altra natura come cardiopatia, diabete, nefropatia e malattie di natura respiratoria. Si raccomanda per tanto di rivolgersi sempre al proprio gastroenterologo di riferimento.

Stagione autunnale, pandemia e programma vaccinale

Le informazioni importanti per questo periodo, di questa stagione autunnale in cui c’è un programma di vaccinazione antinfluenzale, raccomandiamo ai nostri pazienti di eseguire la vaccinazione. In modo particolare quest’anno che, come tutti sappiamo, è in corso una pandemia di Covid-19, è molto importante ridurre il più possibile le manifestazioni infettive, polmonari in particolare, con eventuale necessità di accessi ospedalieri. La vaccinazione antinfluenzale è un tipo di vaccinazione che utilizza vaccini inattivati e quindi sono delle vaccinazioni che possono essere eseguite da tutti i pazienti indipendentemente dal trattamento in corso e viene raccomandata con cadenza annuale. Questo perché ogni anno cambia il tipo di vaccino antinfluenzale perché si compone di tre diversi ceppi influenzali che vengono caratterizzati sulla base della previsione del tipo di influenza che ci sarà l’anno successivo sulla base dell’influenza dell’anno in corso. Le tipologie di vaccino. Il tipo di vaccinazione raccomandato per cui ci sono delle evidenze è quella con il vaccino trivalente, esiste anche una vaccinazione quadri-valente con un quarto ceppo di influenza aggiunto, ma in ambito di malattie infiammatorie croniche intestinali al momento non ci sono grandi evidenze sull’opportunità di utilizzare il vaccino potenziato, rispetto al trivalente.

Il centro è a vostra disposizione

Sono molte le vaccinazione oggi a disposizione, ma in questa sede era particolarmente importante precisare alcuni concetti relativi alle vaccinazioni antinfluenzali e anti pneumococco. Il nostro Centro è a disposizione per ogni eventuali chiarimento. É meglio una domanda in più che un vaccino in meno, soprattuto in questo particolare momento che stiamo tutti affrontando. Esistono dei benefici innegabili a fronte di un tasso di effetti collaterali o di contro alla vaccinazione che in questa situazione, non sono neanche misurabili.

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